Ultimamente ho avuto l’impressione che i miei colleghi fossero tutti più allegri nonostante l’aumento della mole di lavoro (ma di questo aumento di lavoro, comunque, vorrei porre un attimo la vostra attenzione in seguito) e, ovviamente, mi sono chiesto come mai. Devo essere sincero, ho pensato, tra le tante cose, alla notizia che io potessi venire licenziato, come motivo della loro felicità e, a dirla tutta, è un’ipotesi che ancora non mi sento di scartare, alla luce delle recenti minacce velate fatte alla mia persona da Y e da Z. Tuttavia, oggi ho sentito che, per l’ennesima volta, alcuni miei colleghi andranno all’estero per lavoro. È la volta di A e B e, a quanto pare, pare che un altro viaggetto se lo faranno anche X, Y e Z. Inutile dirlo, tutto accade ovviamente alla faccia mia.
Ma non voglio che facciate ipotesi vaghe, quindi ecco la situazione attuale: mentre A e B lavorano con un ritmo tutt’altro che serrato, concedendosi pause su forum e chat o, in maniera ancora più evidente, chiacchierando con C, X, Y o Z, io vengo sommerso di incarichi che non sarebbe concepibile dare a una sola persona. Loro ridono e scherzano ogni volta che necessitano di fare una pausa e, di fatto, lo fanno molto, molto spesso. Una volta Z mi ha detto che lui non fa pause e che anche gli altri ragazzi non fanno pausa, ma è ovvio che sia così: che bisogno hanno loro di fare 15 minuti di pausa la mattina o il pomeriggio, quando ne fanno tranquillamente dai 30 minuti all’ora abbondante (se non di più) divertendosi tra loro? Facile venirmi a dire che non fanno pausa.
La mole di lavoro della quale parlavo prima è stata addossata sulla mia persona (dato che, a quanto pare, l’unico che sta lavorando è il collega con il quale condivido i compiti, ossia Y), dato che mi vengono passati la maggioranza degli impegni. Pensate che io e Y abbiamo tanto di quel lavoro da fare da non poterci permettere nemmeno un giorno di ferie… o, per meglio dire, io non posso permettermi un giorno di ferie (come ho detto nel post precedente) mentre Y può e, di fatto, lo ha già fatto giorni dopo la mia richiesta di ferie. È evidente che Z non ha gli stessi problemi che ha con me, nel concedere un giorno di assenza a Y.
In tutti i casi, il club dei viaggi è aperto e, di fatto, non passa un solo mese senza che qualcuno vada da qualche parte per un giorno o una settimana mentre io, ovviamente, non vengo mandato per un’ora neppure a vedere i fiori piantati fuori dall’ufficio. Forse qualcuno avrebbe il coraggio di venirmi a dire che fare un viaggio di lavoro è come andare a lavoro o peggio? Io vorrei conoscerla quella persona che, magari, inviata a Hong Kong per lavoro per una settimana, dicesse: “No, preferisco stare in ufficio a lavorare!”.
Beh, colpa mia: se leccassi i popò dei miei colleghi e fossi garbato con loro anche quando loro non lo sono con me, ora non sarei in questa situazione. Che stupido, sono.
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