È diritto di ogni lavoratore (e quindi anche mio) quello di usufruire di un certo quantitativo di giorni di ferie e di ore di permesso. Ho inviato un’e-mail a Z. Il testo era, più o meno (no, non è testuale) il seguente:
Ho bisogno di XY luglio 2009 come giorno di ferie. Firmato K
Dato che in passato mi è capitato più volte di vedere le mie e-mail ignorate, ho fatto in modo di ricevere una conferma di avvenuta lettura. La conferma non è arrivata, ma mi è giunta, entro dieci minuti, la risposta:
Ma come, tra non molto andiamo in ferie e tu mi chiedi un giorno di ferie? Visto il lavoro che ci attende nei prossimi giorni non mi sembra il caso. Lo accetterò solo si tratta di una cosa urgente.
Ora, quello che mi chiedo io è: che cosa ha pensato, Z, leggendo la mia e-mail? Come dovrei interpretare la sua risposta? Forse che quando chiedo un giorno o un’ora di permesso, non lo faccio seriamente? Forse che devo giustificare le ferie e i permessi che ho di diritto e che, se in eccesso, poi sono loro stessi a spingermi a usare? Naturalmente non è così, che funziona, e ci mancherebbe altro. Il dipendente ha diritto a questi giorni non solo per motivi di salute, familiari, o per altre motivazioni altrettanto importanti, ma perfino per il semplice divertimento. Ma non solo: non è il dipendente a dover giustificare il motivo per il quale vuole il giorno di ferie o l’ora di permesso, ma è invece chi ha facoltà di dargli le ferie e i permessi a dirgli per quale motivo non può (da non confondere con non vuole) usufruirne in ogni circostanza.
Concludo: tralasciando il fatto che la sua e-mail non appare affatto distaccata come dovrebbe (e ci passo sopra perché non si può giudicare il tono di qualcosa di scritto), nonostante il suo “cioè” iniziale che la dice lunga, mi è stato negato il giorno di ferie. Sono state poste due motivazioni: la prima è che ci avviciniamo alle ferie, il secondo è che, avendo molto lavoro da fare, la mia richiesta non potrebbe essere esaudita, a meno che io non avessi delle buone ragioni… ma voi non avete notato una cosa strana? A me sembra sia stato usato un verbo al condizionale! Accidenti, quindi dovrei ribadire che la mia richiesta è seria… altrimenti, si penserà automaticamente che sia una buffonata, qualcosa di poco serio per cui non valga la pena di darmi il giorno di ferie! Tra l’altro, mi viene in mente che Z ha usufruito di una settimana di ferie, nel mese di luglio… strano, visto che siamo a ridosso delle vacanze.
Non ho risposto, naturalmente. Se fosse stato qualcun altro del mio ufficio, a fare tale richiesta, non avrebbe mai subito una simile opposizione, né gli sarebbe stato implicitamente richiesto di supplicare un giorno di ferie. Ma io sono evidentemente considerato una persona della quale non ci si può fidare o, almeno, Z non si fida di me… strano, visto che sto facendo come mi hanno ordinato di fare (sotto minaccia, vi ricordo): sto trattenendo la mia tristezza, perché non mi è concesso essere triste di fronte al loro comportamento ostile. Vorrebbero che sorridessi, ma almeno questo non voglio concederglielo: mi domando solo quanto impiegheranno prima che arrivino a minacciarmi allo scopo di farmi anche sorridere… a quanto pare comunque, avevo perfettamente ragione a non fidarmi di Z.
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